INTERVENTO ALL’ASSEMBLEA ottobre 2022 – di Alex Lattanzi

INTERVENTO ALL’ASSEMBLEA ottobre 2022 – di Alex Lattanzi

Innumerevoli situazioni sono cambiate negli ultimi 60 anni, di fatto si stenta a riconoscere il mondo e in esso la nazione in cui viviamo.
La nostra disciplina, Ortho-Bionomy, può essere vista paradossalmente in due modi. Da una parte, le discipline ufficiali della Sanità mondiale non la considerano neppure, non esiste, non è nei loro radar. Dall’altra la popolazione, intesa come i potenziali utenti e beneficiari dei nostri trattamenti, che per effetto dell’estrema protocollazione dell’intervento sanitario, capisce inconsciamente che le discipline naturali, ossia quelle che non fanno uso di farmaci, sono una alternativa tremendamente importante per fare fronte a questa carenza di etica professionale da parte della classe medica.

Quando Arthur iniziò a insegnare il Metodo dell’Ortho-Bionomy, non conosceva la portata di quello che stava iniziando a trasmettere. Era uno dei tanti metodi che si iniziavano ad affacciare nel mondo alternativo, un mondo in cui per alcuni decenni i figli dei fiori avevano assaporato un certo livello di libertà di movimento e sperimentazione. È in questo periodo che si inizia a fare uso di psichedelici su grande scala. È in questo periodo che innumerevoli giovani con lo zaino in spalla, si avventuravano in ogni angolo del pianeta per fare esperienze gioiose, e non per fare la guerra. È in questo periodo che un certo tipo di spiritualità cominciava a entrare nelle abitudini dei giovani, condita con innumerevoli salse preparate da maestri-guru che di lì a poco sarebbero diventati famosissimi. Vedi Osho, Maharishi, Yogananda, Sai Baba per nominarne alcuni. Questo in prima battuta, tra gli anni ‘50 e gli anni ‘70.
Poi a poco a poco la politica delle nazioni ha cominciato a riprendere in mano la situazione per cercare di riportare le pecore all’ovile, i giovani a casa. Non è stato immediato, ma già negli anni ’90, e sicuramente dopo le Torri Gemelle, la situazione per la gioventù in termini di libertà non era più la stessa di prima. L’economia mondiale ha iniziato a smantellare a poco a poco il concetto di borghesia, la middle class o classe media. Essa aveva avuto il privilegio di non essere più parte del ceto contadino e operaio, e il privilegio di avere a volte l’illusione di assaporare il benessere dei nobili miliardari. I giovani quindi iniziavano non solo a non avere più le risorse per espandersi un po’ dovunque, ma diminuivano le occasioni per potersi arrangiare, avendo a che fare con un mondo così digitalizzato che ha sostituito l’autostop con un asettico BLABLACAR, e l’ospitalità benvenuta e occasionale in una famiglia autoctona con Booking.com. Tutto più efficiente ma molto più monitorato e a volte pure scontato. Se tutto è sempre pianificato, allora non è più un viaggio all’avventura ma turismo a basso costo. E a basso tasso d’incontro. In tutto questo ritorno al controllo totale della gioventù, che ai governanti erano sfuggiti di mano, sono diventate ancora più subdole le modalità di controllo.

La creazione e sviluppo della New Age ha un ruolo primario in quello che riguarda noi ortobionomisti. La New Age non è altro che un surrogato di quello che in passato erano le culture filosofiche, religiose, mediche, musicali, politiche, artistiche e spirituali. Una specie di minestrone semplificato che ci fa piombare in un limbo culturale spaventoso e privo di radici o riferimenti dal passato. A questo si aggiungono i genitori che delegano l’educazione dei loro figli quasi totalmente allo Stato, e lo Stato glieli riconsegna cotti a puntino. Tutto e tutti sotto controllo pronti a servire il sistema. Ovviamente i cellulari fanno la loro parte, dovunque si vada. Il fatto che le religioni storiche stiano perdendo quasi del tutto la loro autorità sulle popolazioni, è da una parte positivo, ma allo stesso tempo, non avendo più una struttura che controlla la realtà, crea un vuoto che viene colmato dalla New Age. Ossia il fatto che le religioni siano sempre di più un’opzione, questo non significa che le popolazioni non abbiano bisogno di un qualcosa di spirituale su cui basare la propria vita e avere un maggior contatto con l’aldilà. Una buona fetta di giovani e non solo, si rifugiano in questo paradosso di non-credenza nel vecchio paradigma religioso e necessità di credere in qualcosa, in cui la fanno da padroni i Guru businessmen da Jet Set non solo indiani, ma anche sciamani amazzonici e buddisti laici.

Il paradosso della New Age, che ci vende a caro prezzo le scorciatoie per l’illuminazione, il Nirvana, la felicità eterna, è quello di giocare a favore del mainstream nell’indebolire il ruolo che la spiritualità dovrebbe avere all’interno della società umana. Questo avviene perché i maestri New Age, invogliati dalla fama che emerge dalle loro proposte ai devoti, sono intenti a cercare il più alto numero di devoti, per far entrare nei propri salvadanai il frutto del loro sacrificio, e che ammalia le menti innocenti e aperte alla necessità di ricerca di qualcosa di spirituale appunto, o simil spirituale. È il richiamo della foresta di noi umani, l’aggancio a quel qualcosa di primordiale che distingue noi proprio dagli animali, che pur perfetti come specie, sono carenti di coscienza auto-dichiarante, senza la quale non si può arrivare alle alte vette della coscienza spirituale di un grande maestro illuminato. Quindi come gli animali domestici hanno bisogno di ritornare alla foresta per risvegliare la selvaticità primordiale in loro, allo stesso modo noi abbiamo bisogno di ritornare nelle grotte o sotto i baniam dalle alte fronde, per ricollegarci alla spiritualità primordiale che ci libera dalla morte della nostra anima, costretta a tornare di vita in vita finché non ha imparato che tutto questo è una illusione, maya. La spiritualità è un desiderio profondo, anche più profondo del sesso e della riproduzione, e anche più della sopravvivenza. Molte persone sono pronte a morire, sia perché si sentono spiritualmente appagate, o perché preferirebbero morire piuttosto che rinnegare le loro credenze, come hanno fatto i grandi personaggi della storia, da Giovanna d’Arco, a Giordano Bruno, Socrate, ecc. E questo avviene sempre.

La spiritualità quindi è vitale, è la vita, e qualche giovane lo sa inconsciamente, essendo ancora sognatore puro, lontano dall’indottrinamento e dalla manipolazione di un ordine di pensiero che sta timonando la società planetaria verso derive assai deleterie per la stessa sopravvivenza della libertà incondizionata.

Così le arti magiche, o cosiddette magiche come l’alchimia e l’erboristeria che sono state perseguitate nei secoli bui dalla Chiesa, oggi sono diventate le terapie alternative, e che non hanno più bisogno di essere perseguitate, dato che stanno sotto il controllo, soprattutto quelle efficaci, della New Age. Forse anche Ortho-Bionomy. Le terapie manuali come l’Ortho-Bionomy sono ulteriori aperture spirituali, che imitano le gesta dei famosi guaritori del passato, che guarda caso erano per la maggior parte figure spirituali. Pensiamo a Gesù o allo scienziato Patanjali, o a un Francesco che curava i lebbrosi.

In questo contesto se facciamo mente locale, Ortho-Bionomy è più vicino come modello a quello creato dalla Rowling nei suoi libri su Harry Potter, per fare un esempio. La società della Rowling era composta da: babbani, ignari, ma non così stupidi, anzi; il ministero che governa i babbani, e il ministero che governa i maghi. Infine i maghi, alcuni mezzo sangue, alcuni puro sangue, quelli dalla parte bianca, e quelli dalla parte oscura.

Noi, intesi come parte della comunità delle terapie alternative inclusi i medici che adottano metodi alternativi, abbiamo un ruolo in tutto questo, molto più importante di quanto non si creda. Un ruolo che va ben oltre all’egoico e auto-gratificante senso di essere a fare del bene agli altri, alla società. Un ruolo non-ruolo che in silenzio e quasi di nascosto fa sì che all’interno dei pazienti o persone che beneficiano si manifesti attivamente il principio primario della autoconservazione, che in definitiva è l’autoguarigione. È una cosa che noi non possiamo “DARE” dato che è in dotazione, bensì la possiamo stimolare all’interno delle persone che hanno l’opportunità di incontrarci, dovunque siamo nel mondo. Quindi non è una cosa esclusiva, ma un principio operativo, che agisce di per sé. La “magia” dell’Ortho-Bionomy non è una religione e non è nemmeno una serie di dogmi, ma degli strumenti con i quali possiamo forgiare la nostra connessione spirituale. Per farlo non dobbiamo credere in nulla di particolare, Arthur non mi ha mai detto che dovevo credere in qualcosa, nemmeno a lui stesso. Si può cambiare le nostre credenze per fare l’esperienza di credenze molto diverse le une dalle altre. La magia non è una scienza e sicuramente non è una religione, ma è empirica e sperimentale. È una cassetta degli attrezzi. Nessuno è su un piedistallo. Sono una serie di manovre che vengono da tradizioni che sono venute prima di noi, e si portano alle persone. Come nello Yoga. Se pratichiamo Yoga, se meditiamo, un’ora al giorno, ci succederanno cose particolari, e non avremo bisogno di qualcuno che ci dica di cosa si tratta, perché lo sapremo attraverso la nostra esperienza. Saremo noi a tirare le conclusioni.

Dobbiamo cercare di superare il più possibile le incomprensioni, per fare in modo di portare avanti il messaggio dell’Ortho-Bionomy, che più che mai ha bisogno di tanti interpreti che portino avanti le intuizioni di Arthur. Le comprensioni e le incomprensioni, la compatibilità o incompatibilità sono parte dello stesso meccanismo, non sono come vendersi al nemico. Si rimane dentro e ci si aiuta a vicenda a capire. Infine, ricordiamo sempre che dare può significare ricevere e viceversa.

Degno di nota è la considerazione del comportamento adulto legato alla maggiore o minore qualità dell’infanzia del bambino. Noto che se abbiamo vissuto una infanzia chiamiamola felice, da grandi avremo dentro di noi un bambino che si sente appagato, e fa vivere alla persona matura una predisposizione alla vita assai piacevole. Si ama molto il contatto fisico, e si tende ad essere giocosi e gioiosi anche incondizionatamente.

Il contrario avviene se si tratta di una persona che ha vissuto un’infanzia molto sgradevole.

Il terapista, e non solo ha la possibilità di entrare in contatto con la connessione empatica. Attraverso l’empatia, il terapista porta dentro di sé il dolore, e dopo averlo trasformato dentro di sé, ridà indietro quell’energia trasformata. Ecco quindi la necessità di lavorare su sé stessi, per evitare di entrare troppo in contatto con le problematiche delle persone.

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